Frida è
Testimonianza
Le parole di Patrizia
“Sono una ragazza di 28 anni ed il disturbo anoressico mi accompagna da oltre diciassette anni. Avevo appena 11 anni quando si manifestarono i primi disagi psicologici e fisici, a cui seguirono l’isolamento sociale e la totale chiusura interiore nella sofferenza ed incomprensione. Lentamente ero stata capace di intrappolarmi in una misera gabbia in cui la vita era organizzata solo secondo attività rigide e stereotipate che non lasciavano spazio ad altro. Inevitabilmente ciò, aveva creato in famiglia un clima di terrore per le mie condizioni sempre più critiche sotto ogni punto di vista, misto a disperazione che sfociava in litigi continui alternati a mutismi e indignata indifferenza.
In contemporanea si sono comunque succeduti i lunghi periodi di ricovero perché necessaria la nutrizione forzata ed i colloqui coi vari psichiatri e psicoterapeuti che si ritenevano tutti veri esperti del settore e giustificavano gli insuccessi conseguiti incolpandosi a vicenda o reputandomi assolutamente non collaborante. Ho sempre ingoiato tacitamente questi bocconi amari, ma ricca di un certo bagaglio di svariate esperienze, col senno di poi mi viene spontaneo da chiedere loro, se si sono mai chiesti in modo autocritico il perché avvenisse ciò.
Resta poco di questi anni sprofondati nella sofferenza, in cui l’unica consolazione restava lo studio, dove mi buttavo a capofitto, senza farmi distrarre da niente e riuscendo ad essere sempre promossa fino ad ottenere la laurea in medicina con il massimo dei voti.
I ricordi di questi anni ormai irrecuperabili, navigano nel buio, nell’inferno del vivere quotidiano, sentendosi sempre più estranea ed ingombrante in un mondo che non mi apparteneva e di cui forse non ne sono mai stata veramente parte integrante, ma solo una passante di fretta e disinteressata alla scoperta di tale realtà. Probabilmente il dolore esasperato di questa condizione ormai irreversibile, la solitudine sempre più alimentata da “orrori” di approcci terapeutici portati avanti da personaggi sì scientificamente preparati e all’avanguardia,ma allo stesso tempo estremamente freddi, distanti, incapaci di provare ad avvicinarsi alla dimensione di colui che gli sta davanti, è riuscita solo a condurmi verso l’apatia più totale ed il rifiuto più estremo per la vita.
La sofferenza corporea era diventata fonte di desiderio e di piacere perché era 1′ unico mezzo di espressione che si conosceva,capace di saper parlare di noi esprimendo 1′ estremo sgomento psicologico provato, indescrivibile a parole. Il dolore psicologico si era trasformato in benessere perché se da un lato ci permetteva finalmente il riposo senza troppi sensi di colpa, in quanto mancavano le forze per fare qualsiasi cosa, dall’altro era anche il castigo, la giusta punizione inflittaci dal destino, visto che autostima e sano egoismo erano per noi parole ormai sconosciute. L’annullamento più totale credo di averlo raggiunto quando sono arrivata ad entrare in coma, pesando neppure 23 Kg, ormai decisa ad abbandonare per sempre una vita caratterizzata solo da sofferenza, delusioni ed insoddisfazione personale. Sono passati anni da quel giorno e questo periodo è stato vissuto fra i più difficili e tristi di tutta la mia esistenza, in cui non si è mai scorto uno spiraglio di luce, sia a livello emotivo, mentale che clinico.
Origini
In seguito alla storia di Patrizia, a circa due anni dalla sua morte, il 2 Dicembre 2016, è nata Frida.
Frida è desiderio che si intreccia alla necessità di creare un luogo, che possa accogliere il paziente che è Persona.
Frida è un gruppo di familiari, pazienti e professionisti sensibili ai problemi dei Disturbi Alimentari.
Nome
FRIDA – Formazione Ricerca Integrazione Disturbi Alimentari
Il nome,che è stato scelto per l’associazione,rimanda innanzitutto a un personaggio, a una donna, a un‘artista poliedrica conosciuta da molti che è Magdalena Frida Khalo y Calderòn o semplicemente Frida Kahlo. La pittrice messicana più famosa e acclamata di tutti tempi, apprezzata nel mondo per aver dato voce e forma con la sua arte a un’esistenza estremamente travagliata.
Non c’è persona il cui nome possa meglio rappresentare gli animi e gli intenti dell’associazione. Il destino ha voluto, perché niente succede per caso, che questo nome corrisponda a un acronimo che porta al suo interno le iniziali di parole che orientano l’azione di Frida Onlus, che sono: Formazione Ricerca Integrazione Disturbi Alimentari.
F – Formazione
Sviluppare conoscenze e competenze tecniche in materia di Disturbi dell’Alimentazione attraverso l’organizzazione e il finanziamento di congressi, corsi di aggiornamento e specializzazione rivolti a professionisti delle diverse discipline che operano nel settore.
La formazione di Frida coinvolge e abbraccia figure professionali diverse come insegnanti di ogni ordine e grado, educatori e allenatori.
R – Ricerca
Promuovere e divulgare le attività di studio e di ricerca, ancora poco rappresentate in Italia.
Favorire lo sviluppo di studi multicentrici, coinvolgendo i principali atenei universitari al fine di raccogliere dati significativi in ambito clinico ed epidemiologico.
I – Integrazione
Favorire progetti di collaborazione con le Istituzioni, i Servizi Pubblici e Privati dedicati al Trattamento dei Disturbi Alimentari.
Convogliare all’interno del proprio modello operativo la competenza e l’esperienza delle risorse umane interne e del network dei partner.
Orientare i pazienti e le loro famiglie verso il livello di cura più appropriato.
Sviluppare la collaborazione ed i contatti fra le società scientifiche, nazionali ed internazionali.
Identità
L’identità non è innata, ma è risultato di un processo incessante che la forgia e la influenza, a nostra insaputa o con nostra piena consapevolezza.
In altri termini: ciò che si è lo si diventa.
Identità significa orientarsi, perdersi e ritrovarsi in un processo di continua evoluzione.
Anche Frida ha visto un processo evolutivo della propria identità nella creazione del logo; l’Identità visiva infatti è composta sia da elementi fisici e concreti sia da elementi astratti. Rose e farfalle come valori e anime dell’associazione Frida Onlus.
Per il disegno originale del logo un grazie speciale all’Architetto Dott. Andrea Danti (Volontario associazione Frida Onlus).
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– Potenziare percorsi di cura per i 5 livelli di trattamento;
– Organizzare giornate congressuali e di studio per professionisti del settore;
– Promuovere iniziative di ricerca clinica;
– Attuare prevenzione primaria rivolta a studenti, genitori, e personale docente di ogni ordine e grado.
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